BIODIVERSITA'
Per biodiversità si intende l'insieme di tutte le forme viventi geneticamente dissimili e degli ecosistemi ad esse correlati. Quindi biodiversità implica tutta la variabilità biologica: di geni, specie, habitat ed ecosistemi.
L'anno 2010 è stato dichiarato dall'ONU l'Anno internazionale della biodiversità.
La traduzione italiana del termine inglese biodiversity modifica, leggermente, ma in modo determinante, il significato. In inglese il termine “diverse” significa vario, molteplice, mentre in italiano diverso ha un significato quasi negativo, poiché indica qualcosa o qualcuno che devia dalla norma o differisce da uno standard di riferimento; una traduzione più fedele sarebbe biovarietà o varietà della vita presente sul pianeta. Ciò nonostante, il termine biodiversità, anche se nato comecalco linguistico spontaneo, si è ormai consolidato e viene comunemente utilizzato nei diversi ambiti scientifici e culturali.
Il ruolo della biodiversità nella vita umana, nonostante sia continuamente sotto i nostri occhi, è spesso sottovalutato.
È grazie alla biodiversità di un Paese, più spesso di una piccola regione, che risulta possibile avere delle produzioni o delle caratteristiche specifiche. Alcuni esempi pratici possono esserci d’aiuto:
· La diversità genetica dell'uva determina le differenze fra i vari vitigniche rendono possibile avere diversi tipi di vino;
· La specificità genetica dei microrganismi di alcune grotte determina il sapore specifico di alcuni formaggi (ad es. il gorgonzola);
· La diversità genetica dei diversi ceppi di lieviti determina tra l'altro il diverso sapore dei prodotti lievitati o fermentati (ad es. birra, pane e pizza, yogurt etc.);
· Le diverse caratteristiche biologiche che consentono agli alberi di adattarsi alle varie condizioni climatiche determinano le caratteristiche specifiche dei vari legni per cui alcuni legni sono maggiormente usati in edilizia, altri nell'industria mobiliera o nella liuteria, nell'aeromodellismo, nelle costruzioni navali, o come legna da ardere etc.;
· Le diverse caratteristiche biologiche che consentono alle foglie o ai fusti di alcune piante di adattarsi alle varie condizioni climatiche ne determinano la possibilità di utilizzo come fibre tessili (ad esempio le diverse qualità di cotone, lino etc.);
· Le diverse caratteristiche biologiche che consentono agli ovini, ai conigli, alle oche e a molti altri animali di difendersi dal freddo determinano le diverse varietà di lane o altri tessuti da noi utilizzati (ad esempio lambswool, merino, angora, alpaca,cammello, cashmere, seta, piumino d'oca etc.);
· Le diverse caratteristiche specifiche della piante hanno permesso la creazione di nuovi indumenti (ad esempio alcuni cardi hanno dato l'idea per l'invenzione del velcro!)
Conseguentemente esistono vari e importanti motivi per mantenere un'elevata biodiversità sia a livello nazionale che locale. La perdita di specie, sottospecie o varietà comporterebbe una serie di danni.
Questi possono raggrupparsi come:
· ecologici, perché comportano un degrado della funzionalità degli ecosistemi;
· culturali, perché si perdono conoscenze e tradizioni umane legate alla biodiversità;
· economici, perché riducono le risorse genetiche ed il loro potenziale di sfruttamento economico. (Ad esempio, una rana australiana del genere Platypus, che incubava i suoi piccoli nello stomaco, secerneva una proteina che inibiva la produzione di succhi gastrici che poteva risultare utile per lo sviluppo di nuovi medicinali per l'ulcera gastrica o altri disturbi. Purtroppo la rana si è estinta e si è conseguentemente persa la possibilità di studiare e produrre tale farmaco).
Danno Ecologico
Il cambiamento climatico ha un effetto negativo sulla biodiversità. Di contro, il mantenimento di ecosistemi sani aiuta a mitigare gli effetti estremi dovuti al clima. Ad esempio, la vegetazione nelle città protegge dall'effetto noto come isola di calore, la vegetazione costiera e le dune proteggono dagli effetti di tsunami o anche dalle più comuni burrasche o altri eventi climatici.
Più genericamente si può dire che la presenza di una ricca varietà di specie in un ambiente ne aumenta la sua resilienza, ossia la sua capacità di tornare "a posto" dopo avere subito uno stress.
L'importanza della biodiversità è data principalmente dal fatto che la vita sulla Terra, compresa quella della specie umana, è possibile principalmente grazie ai cosiddetti servizi forniti dagli ecosistemi che conservano un certo livello di funzionalità. Questi servizi sono generalmente raggruppati nei seguenti gruppi:
Servizi di fornitura
ad es. cibo, acqua, legno e fibre;
Servizi di regolazione
ad es. stabilizzazione del clima, assesto idrogeologico, barriera alla diffusione di malattie, riciclo dei rifiuti, qualità dell'acqua;
Servizi di supporto
ad es. formazione di suolo, fotosintesi, riciclo dei nutrienti.
Servizi culturali
ad es. i valori estetici, ricreativi e spirituali;
La visione moderna del rapporto fra uomo e ambiente è quella che riconosce la diversità biologica come elemento chiave del funzionamento dell'ecosistema Terra.
La diversità biologica, quindi, deve essere considerata a tutti i livelli ed includere non solo la varietà delle specie e sottospecie esistenti, ma anche la diversità genetica e la diversità degli ecosistemi.
Danno Culturale
Posizione Antropocentrica
Henri Bergson è il filosofo che nella prima metà del Novecento si è occupato delle strategie evolutive e degli impulsi vitali (élan vitale) degli organismi viventi, e della loro tendenza allo sviluppo e alla differenziazione.
Il pensiero filosofico, anche se in maniera subliminale e con effetto ritardato, ha sempre avuto, e continua ad avere, una profonda influenza sull'opinione pubblica e quindi sulle scelte politiche di un periodo storico.
Negli anni dello sviluppo industriale, le politiche di sviluppo erano fortemente "antropocentriche" e consideravano le risorse naturali come un bene praticamente infinito e inesauribile a completa disposizione dell'uomo. Lo stesso Thomas Henry Huxley, biologo e filosofo britannico particolarmente influente, convinto sostenitore dell'evoluzionismo darwiniano, tanto da essere soprannominato il "mastino di Darwin", si era pubblicamente esposto sulle capacità della natura di rigenerarsi e di produrre risorse in maniera praticamente infinita.
Questo periodo storico, e le scelte politiche che lo hanno caratterizzato, hanno migliorato la qualità della vita nei Paesi occidentali ma a costo di una distruzione ed un degrado ambientale di cui ora iniziamo a pagare le conseguenze.
Posizione Naturocentrica
I movimenti ambientalisti ed animalisti sono nati prendono spunto da teorie filosofiche cosiddette "naturocentriche", ossia che mettono al centro del proprio interesse la vita degli animali e delle piante. Considerano il Pianeta, o perlomeno la sua parte selvaggia, la loro "casa". Non sempre questa posizione è stata obiettiva e spesso si è portata, a priori, all’estremo opposto della posizione Antropocentrica.
In medium state virtus
Il nuovo approccio, sviluppato nell'ambito del processo sullo sviluppo sostenibile, tende invece a considerare la popolazione umana come una parte integrante dell'ecosistema, che ha la capacità e la possibilità di influenzarlo in maniera profonda, ma la cui vita dipende dalla presenza di ecosistemi sani e dalla vita stessa esistente sul Pianeta.
La stessa perdita di identità sociali, di gruppi etnici, di nuclei indigeni, porta a perdere un bagaglio culturale che avrebbe potuto e potrebbe in futuro, meglio far comprendere e gestire la conoscenza e la consapevolezza della necessità di un ecosistema ’bio-diverso’.
Da non trascurare anche la perdita, che la loro estinzione potrà arrecare, a valori estetici e spirituali insiti solo all’interno di ristretti nuclei sociali.
Danno Economico
Riferendoci anche a quanto già detto più sopra, la perdita della ‘diversità’ tra le materie prime, porta irrimediabilmente ad una perdita di prodotti caratteristici e caratterizzati con un conseguente danno economico, non tanto alle Multinazionali, ma al tessuto economico locale. Dove il termine locale può avere anche una valenza molto ampia come una regione od un’intero Stato.
Attualità
Gli anni novanta del secolo scorso sono stati un decennio importante dal punto di vista della tutela della Biodiversità. E’ stato il decennio dell'ambiente.
Le Nazioni Unite e la Comunità Europea hanno adottato diverse iniziative per la salvaguardia delle specie viventi e degli habitat naturali, anche se le basi erano state poste già a partire dai decenni precedenti; le principali iniziative internazionali a favore della biodiversità sono state:
· la Convenzione sulla Diversità Biologica del 1992
· la Direttiva Habitat 92/43/CEE del 1992
La Convenzione sulla Diversità Biologica
Principio
1 La gestione delle risorse naturali sono il risultato di una scelta sociale
2 La gestione dovrà essere decentralizzata, a partire dai livelli strutturali più bassi
3 La gestione deve tener conto degli effetti delle attività praticate nelle adiacenze
4 È necessario considerare l'ecosistema in un contesto economico
5 La gestione deve considerare attentamente e scientificamente la struttura, il funzionamento e la conservazione degli ecosistemi
6 Gli ecosistemi devono essere gestiti entro i limiti delle loro funzioni
7 La programmazione delle attività negli ecosistemi deve prevedere scale spaziali e temporali adeguate
8 Si deve riconoscere la variabilità delle scale temporali e gli effetti ritardo che caratterizzano i processi degli ecosistemi, gli obiettivi devono essere identificati con una visione di lungo termine
9 Si deve accettare che il cambiamento dell'ecosistema è inevitabile
10 Bisogna stabilire un equilibrio tra la conservazione e l'uso della diversità biologica
11 Si deve tener conto di tutte le informazioni rilevanti, incluse quelle scientifiche, innovative e quelle provenienti dalle tradizioni indigene
12 Si devono coinvolgere tutti i settori sociali e scientifici di rilievo