RIFLESSIONI 2011
Porre le basi per questo sito mi ha costretto a ‘fermarmi’ a riflettere e tirare qualche somma.
Dopo tanto ‘vagabondare’ tra sport e luoghi, l’attuale punto di arrivo, ma preferisco definirlo di passaggio (l’Adventure Run), soddisfa buonaparte dei mie interessi/bisogni.
Intendo dire che per me l’Adventure Run è la corsa come avventura, riducendo il carattere agonistico che non mi appartiene, cercando gare poco frequentate, con difficoltà ambientali, con molte incognite, gare che possano farmi conoscere ed incontrare altre persone e culture, dove quindi non è il cronometro ma il cuore a scandire il passo.
Questo è il succo del mio attuale modo di correre.
Mi piace definirmi non come un Runner che corre su luoghi estremi ed inospitali, ma come un Alpinista (già avvezzo a questi luoghi) che ha deciso di accelerare il passo; portando com me tutto quello che è il bagaglio culturale dell’Alpinista ... molto diverso da quello di un Runner di strada (nel bene e nel male, sia inteso).
Spero che la salute (e la finanza) mi permetta di progredire su questo ‘single track’.
Vorrei continuare a ‘sudare’ in luoghi selvaggi ed estremi, conoscere sempre più persone a me simili, ma anche popoli e genti che arricchiscano con la loro diversità il mio modo di interpretare e vedere la vita. Pongo un limite, come ho sempre fatto per gli altri sport. In quanto non devo divenire schiavo ‘dell’attività’ scelta e, purtroppo, non posso permettermi di diventarne un ‘professionista’. La vita non è monocromatica e così faccio mio il pensiero di Dawa Sherpa (un campione stimato e per certi versi un vero punto di riferimento nell’ambiente) che afferma: “non bisogna maltrattare per lungo tempo il nostro corpo e costringerlo a forzature quali saltare il ciclo del sonno e alterare di conseguenza i bioritmi. Sullo stesso piano metto il fatto che la preparazione richiesta da un ultra trail può creare dei disequilibri in ambito familiare, visto che interi week-end devono essere dedicati alle sedute di allenamento, rubando ore ai propri cari.”
Pertanto, sentendomi affine a questi pensieri, cercherò di non correre più gare non-stop oltre i 110/120 Km, limitandomi a chilometraggi superiori solo con gare a tappe.
Questo mi permette di dedicare parte del mio tempo ad altri importanti ed irrinunciabili aspetti della vita. Faccio mio quindi anche il pensiero di Maurizio Scilla (altro stimato atleta): “mi auguro che ogni trailer trovi il proprio giusto equilibrio e non debba avere bisogno di fare un’impresa per potersi godere questa vita che trasmette energia, già solamente quando il sole ti riscalda il viso e le montagne sono lì che ti aspettano”
Per chi vorrà seguirmi, amici, atleti, sponsor, questa voglio sia l’immagine che cercherò di dare alla mia interpretazione di questo sport. Essere così testimonial di un’idea che può essere riassunta in:Run for Culture - Run for Enjoy
Con la consapevolezza che ogni cosa che sentiamo è un’opinione, non un fatto. Ed ogni cosa che vediamo è una prospettiva, non la realtà.
Enjoy your Run!
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