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Traversata dell'Atlante ... il Marocco in 'alta quota'

Con MUSO in Marocco

Muso, la mia attuale masquotte, è stata con me in Marocco percorrendo,

a suo modo, il tracciato di gara.  Al mio rientro,  sistemando il  contenuto

della valigia, ho trovato dei fogli malamente scritti,  che qui  riproduco e

che indubbiamente appartengono a Muso:

 

"12 MAGGIO 2017 - Marrakesch

Come mi fossi infilato in una macchina del tempo mi trovo, quasi improv-

visamente, dai miei verdi boschi sulle  Dolomiti, alle aride lande dell'Alto

Atlante.

Inizialmente ne ero felice, direi entusiasta ... ma la realtà del paesaggio mi fa subito capire di non essere l'essere più adatto a vivere, anche se per poco, in questo ambiente.

Sono corso ai ripari cercando un barbiere che riducesse drasticamente la mia mole di peluria. Il risultato, oltre che essere stato orribile è stato ineluttabilmente inutile ... ho ancora caldo!

Solo ora, all'imbruinire, posso cominciare a respirare e a recuperare. Ma la mia indole mi ha portato a passare la notte fuori, con degli improvvisati amici che si sono dilettati a suonare tamburi e tamburelli tutta la notte. Mi sono così vendicato facendo patire di notte, a Lorenzo e a gli altri atleti, le pene che ho patito io durante il giorno ... facendo loro fare una notte in bianco!

Transfert

Il mio 'mentore' Lorenzo ha voluto sedersi vicino a me in questo trasferimento da Marrakesch al Camp 1 ad Agouti; chiedendomi di esprimermi liberamente sulle mie impressioni ed emozioni di viaggio. Lo motiva con il fatto che non vuole perdere la capacità di stupirsi. Di fronte a luoghi divenuti 'quasi abituali' la capacità di continuare a stupirsi è un bene che mi dice essere prezioso!

Non racconto tutto quello che ci siamo detti, ma i miei occhi erano perennemente sbarrati di stupore nel non vedere da nessuna parte muschi o funghi ma solo imbarazzanti alberi che denotano però un'enorme voglia e gioia di vivere. Caratteristica anche comune a tutti i bambini che continuano a sorridermi e a salutarmi.

Dopo 6 ore di sobbalzi e brusche frenate su strade sconnesse, curve e tornanti, vedo qualcosa di famigliare, abbandonata solo qualche giorno prima ... la neve!

Completando così un paesaggio ricolmo di tutti i colori degni di una tavolozza di un grande pittore ... un po' ora mi sento a casa.


Prima Tappa

La fresca notte ma ha conciliato il sonno, mi sento pronto per affrontare questa prima tappa. Per noi della Challenge ci aspetta un 'dritto veloce' tra dei villaggi, per poi prendere una ripida salita. Circa 16 km ... posso farcela!

Come in ogni gara si parte sempre veloci; un 'nonnino' americano fa perfino uno scatto di 50 metri per poi fermarsi trafelato. Cerco di dar fuoco alle polveri superando molti atleti del gruppo ... appena mi vedono superare inizia infatti la bagarre, quello che intimamente cercavo. Poi mi ritiro nella mia andatura di crocera. Conteremo i 'morti' domani.

Intanto il sentiero inizia a salire verticalmente, assieme alla quota. Arranco un po', sino a quando la temperatura si fa più piacevole per l'altezza e arrivo bene in quelli che sono stati i miei primi 18,500 km e 1.150 metri D+ di gara!

Seconda Tappa

Arrivano notizie che i prossimi giorni vedremo un imprevisto e quanto mai fuori programma aumento forte delle temperature. Solo l'idea mi fa venir male allo stomaco, viste le bellissime dottoresse di campo ... 'marco visita'! A domani. (Ma chi me lo ha fatto fare!!!!).

Terza Tappa

Tappa facile (dicono ... ci fidiamo !?!).

L'aria è fresca, il tracciato corribile ... mi diverto. In alcuni punti, tra erba alta e cespugli fitti, dove molti perdono la traccia, io mi muovo a mio agio ... cerco di non farmi vedere affinchè non mi seguano e trovino facilmente la soluzione di questo labirinto. Sono pur sempre uno Gnomo dispettoso.

Il momento più bello è l'arrvio al CP2 stracolmo di bambini che hanno iniziato a far festa per il passaggio della gara. Che iniziano a farmi la festa !!

Devo salvare la situzione ... salvarmi!

Comincio a chiedere loro la collaborazione per fare la ola ed incitare i concorrenti. I bambini ti seguono in qualsiasi gioco e così, come degli invasati, tiriamo su una baraonda unica. Fantastico!

Mi mancheranno, specialmente Omar e i due Amzà, i direttori dell'improvvisato coro berbero,

Quarta Tappa

Ogni non so se ho vissuto o sognato.

Dopo una partenza al fresco dei 2.400 metri di quota del campo, siamo scesi per quella che sembrava la Val Giralba, con a corona delle bellissime vette dolomitiche. L'abitudine mi avrebbe portato a salire almeno su una di esse, invece il sentiero scende inesorabilmente sino ad un bellissimo villaggio con piccoli castelli che, diversamente ai 'miei', non sono di pietra bianca ma di terra rossa ... forse allora non ho sognato ma è stato tutto vero!

Penultima

Quando il sottotilo è così scritto (e non Quinta Tappa), mostra come sia iniziato il conto alla rovescia. Oggi deve essere quasi tutta discesa. Se già un deserto non è mai piano, provate a pensare sull'Atlante! Quindi ... non ci credo!! Per di più, da quota 2.600 si scende a quota 1.100 ... già in alto è caldo, chissà come sarà in basso!!

Per fortuna la soluzione è a portata di mano. Con il mio pelo, che in questi giorni è ben cresciuto, posso galleggiare. Un tuffo nel fiume che scende in valle e, con qualche colpo su qualche roccia e tronco d'albero, raggiungo il fondo valle! Sufficientemente al fresco e velocemente. Sono un grande!

La fortuna che aiuta i corraggiosi ha fatto sì che il Campo sia posto proprio in riva al fiume. Evvai!!

Ultima!

Dopo questa tappa non posso che avere desiderio delle salite sulle mie montagne. Dove, raggiunta la cima anche in pieni estate, c'è una piacevole brezza che ti fa mettere qualcosa per coprirti. Oggi sono salito per tracciati molto simili a quelli delle mie Dolomiti ma con una calura che mi ha portato a strapparmi i peli dal corpo per la disperazione ... è stato traumatizzante.

Molte le soste sui radi alberi per trovare inutile refrigerio.

Più volte la motivazione mi è venuta meno, sino a vedere in lontananza il lago dove c'è l'arrivo. Lago che non arriva mai, mai, mai, mai!"

Mai poteva pensare, Muso, di chiudere una gara di 130 km con 6000 metri D+ con giornate di grande caldo che preoccupavano enormemente anche l'organizzazione.

Muso è partito da un paesino delle Dolomiti senza un particolare allenamento e senza una preparazione adeguata. Ma ha concluso la gara.

Ma mai dire mai!!!

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